Sconvolts, certi valori non gelano mai
Auguri al gruppo ultrà cagliaritano, eccellenza nel panorama italiano e internazionale.
Il 6 febbraio scorso gli Sconvolts Cagliari hanno festeggiato il loro 38° anniversario di nascita. Un gruppo che, a pochi passi dal quarantennale, continua ad essere fonte d’ispirazione per molti. Non tanto per lo stile di tifo, perché il tifo sardo è unico ed inimitabile, quanto per la mentalità che contraddistingue questo gruppo.
Partiamo con un piccolo aneddoto. Qualche mese fa, raccogliendo in redazione idee e spunti sul tifo nostrano, un redattore particolarmente coraggioso ha avanzato una proposta indecente: “intervistiamo un membro degli Sconvolts Cagliari!”. La notizia, accolta con il massimo entusiasmo in redazione, recava con sé un retrogusto dolceamaro. “Gli Sconvolts?! Sono impenetrabili, quelli”. Ci abbiamo provato, cari lettori e care lettrici, ad avvicinarci. Ma niente, ci sono cose che non sono cose e che il tempo non scalfisce. Mentalità è una parola abusata, lo sappiamo. Ma nel caso degli Sconvolts ci sentiamo di utilizzarla senza problemi.
Il gruppo ha festeggiato questo anniversario nel match interno – vinto 2-1 – contro il Parma, il 9 febbraio scorso. Il portale tedesco Faszination Fankurve ha scritto: «la coreografia è stata speciale, in due sensi: in un senso estetico, e in un senso concettuale, perché in generale le coreografie per gli Sconvolts sono cosa rara. C’erano anche molte piccole bandiere appese alla recinzione, anche questo un elemento raro da queste parti».
«Da allora ti ho promesso eterna fedeltà», recitava lo striscione d’accompagnamento all’elemento estetico, che ha coinvolto la Curva Nord nella sua interezza e l’Unipol Domus nei suoi canti incessanti, come uno specchio e un riconoscimento della fatica di quei ragazzi assisi tra staccionate e seggiolini. È un messaggio semplice, quello degli Sconvolts, ma di quella semplicità che è eco delle cose grandi. «Il Cagliari non si tifa, si ama. Nel bene e nel male, nelle gioie e nei dolori, in A come in B. Conta solo la maglia, conta solo la bandiera», ripetono in continuazione i tifosi sardi.
Pensate che dagli anni Novanta ad oggi, gli Sconvolts non hanno più dedicato un solo coro ad un loro calciatore (dall’addio di Fonseca, 1993). Solo la maglia, appunto. Conta solo la bandiera. Se consideriamo che il gruppo è nato nel 1987, poi, si capisce anche la radicalità di una tale scelta, giunta a pochi vagiti dalla nascita dello stesso.