È solo quando tutt’intorno crolla, quando la terra, tuonante, non lascia che polvere e devastazione, che qualcosa di inizialmente piccolo, e finalmente grande, si manifesta, facendosi strada tra le rovine, come uno spiraglio di luce si dirada tra gli alti alberi di una foresta millenaria. I profeti dell’Antico Testamento avrebbero parlato di “resto”, Giacomo Leopardi l’avrebbe immaginata come una ginestra, Heidegger avrebbe evocato la Lichtung. Noi, oggi, in uno degli ultimi episodi di Esperti dal Settore, prima che l’estate faccia il suo corso allietando le fatiche dell’anno passato, li chiamiamo semplicemente Tifosi.
La maiuscola è d’obbligo, onde evitare di ridurre la grandezza della questione ad un accessorio cronachistico. I Tifosi, infatti, sono l’unica comunità pura, senza interessi di alcun tipo – no, non sono Tifosi quelli che confondono la fede e l’amore per il club con l’economia di curva, o peggio ancora –, a rimanere salda mentre i vertici massimi della società che ne gestisce i destini sportivi – ma mai quelli temporali, ché sono nelle mani della gente che ama – fanno a gara a chi ce l’ha più lungo, a chi è arrivato prima, a chi ha previsto ciò che sarebbe capitato dopo. Fino alla fine, però.