Il tifo si è fermato a Castellammare
Juve Stabia v Sampdoria: foto-reportage di un dramma sportivo.
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Martedì 13 maggio, una breve pioggia rinfresca l’aria serale e smorza le temperature quasi estive del pomeriggio; cade, riordina e rischiara obiettivi e sogni di questa serata in campo.
Nell’ultima giornata della stagione di Serie B 2024/25, che è poi il recupero della 34a rinviata il 21 aprile per la morte di Papa Francesco, il match è Juve Stabia v Sampdoria.
La città campana pullula di tifosi che si avviano allo stadio ore prima dell’inizio della partita. Il sogno dei playoff è così vivo che è impossibile non percepirlo nell’aria. Trovare un posto per parcheggiare è un’impresa, e la coda per entrare allo stadio è lunga, ma una volta dentro il Romeo Menti, il panorama è uno spettacolo di tifosi colorati e carichi. Prendo posto con la consapevolezza dell’importanza di questi 90 minuti di gioco, ma interessandomi alle tifoserie che, per me come per molti altri, rappresentano l’essenza del calcio.









La prestazione del tifo di casa è spettacolare; l’accoglienza in campo con le sciarpe in alto al cielo e fumogeni giallo-blu che incorniciano la Sud, lascia il posto a un susseguirsi di torce che illuminano in vari punti una curva viva e unita più che mai in questa occasione. Cori e passione si mescolano a un messaggio d’amore per i diffidati, mai dimenticati, sempre presenti.
E poi, eccoli lì i tifosi blucerchiati, in numero contingentato, costretti dal limite dei biglietti messi in vendita a non esprimere appieno tutto il loro potenziale numerico, non certo dall’amore che muove questa storica tifoseria. Presenti e schierati prima dell’ingresso in campo delle squadre.
La loro presenza è qualcosa di disperatamente romantico. Purtroppo non basteranno i cori gridati di pancia e di cuore, i battimani fino a perdere la sensibilità delle dita, gli stendardi per onorare la presenza, né l’aria di speranza mossa dalle bandiere che non smettono di sventolare, né il fuoco delle tante torce. Perché è proprio in questa serata che viene sancita la fine, o meglio un nuovo inizio. Se lo Stabia vola, la Samp cade come mai prima, per la prima volta in Serie C.
Una luna piena beffarda spunta sul finale di questa amara serata e illumina un cielo troppo tranquillo rispetto a quello che accade in campo dopo il fischio finale. Mentre il pubblico locale, e i tifosi dai balconi vicini festeggiano per la vittoria dello Stabia, la delusione cocente e la rabbia straziante dei doriani è tenuta a bada dallo schieramento di polizia sotto il settore ospiti.
Sono tantissimi i giornali, anche stranieri, che parlano di questa serata storica per il calcio italiano, analizzando la Sampdoria da un punto di vista di errori societari, investimenti e altri fattori interni e gestionali che però sono lontani dal cuore… Perché sono gli ultras e i tifosi i veri protagonisti di questa storia d’amore, quelli che restano tra le macerie, con il cuore rotto, la voce spezzata, la rabbia da sbollire, la delusione da digerire. Ma mai a testa bassa. E che uniti continueranno a difenderla, proprio come hanno esplicitato nell’ultimo comunicato.









Vero, questa storia potrebbe riguardare solo questo pazzo mondo del calcio e del tifo, ma la retrocessione della Sampdoria, così come questa serata, può essere una metafora di vita e morte: la Juve Stabia vince e vola ai playoff contro il Palermo. I genoani, acerrimi rivali dei blucerchiati, in quel di Genova festeggiano il lutto, i social impazzano di meme e sfottò.
E la passione immortale dei doriani, che purtroppo non salva la Sampdoria, arde oggi e sempre; testimoniando che la fede rimane indomita.
Da non doriano mi spiace , comunque gli ultras non sono moralmente retrocessi .
Una brutta giornata di calcio,ma ancora più brutto la lega che cerca in ogni modo di salvarla.Fuck Lega Calcio