Massimo Cellino ha desertificato il Brescia
Ne parliamo con Diego Piccinelli, Ultras Brescia 1911.
Estate 2017. Massimo Cellino, già presidente del Cagliari e del Leeds United, rileva il Brescia per 6.5 milioni più eventuali bonus per la promozione in A: obiettivi dichiarati, progetti sbandierati, speranze malriposte. (Quasi) estate 2025: il Brescia è con un piede in Serie C per irregolarità fiscali, che varrebbero 4 punti di penalizzazione e la conseguente retrocessione nel terzo livello del calcio italiano. In questi otto anni, però, c’è chi ha sempre lottato denunciando la gestione di un presidente che non solo è stata fallimentare a livello sportivo, ma ancor prima è stata avvilente dal punto di vista umano, sociale, identitario.
Per questo abbiamo scambiato due chiacchiere con Diego Piccinelli, portavoce degli Ultras Brescia 1911. Un gruppo che ha fatto della coerenza la propria stella polare, in un mondo – quello ultras – che troppo spesso è stato incapace di portare fino in fondo battaglie che riguardavano la stessa vita, se non sopravvivenza, del movimento. No alla tessera, no alle restrizioni covid con capienza al 50% e green pass, no a tante derive del calcio moderno: a Diego e ai suoi amici, perché il motto degli Ultras 1911 (meraviglioso) è “Prima di tutto gli amici”, si possono rimproverare tante cose, anche un’eccessiva ortodossia su certe posizioni, ma non se ne potranno mai discutere moralità e coerenza.
Questo ha portato giovedì a Roma, oltre 1000 km percorsi in meno di 24 ore, una piccola delegazione di ultras bresciani davanti alla sede della Federcalcio, laddove è iniziata la battaglia giudiziaria che deciderà il destino sportivo della società lombarda. Con su tutti due striscioni: Cellino vattene e Cellino Bullo. Eppure, come ci spiega Diego, «il problema non è neanche la retrocessione bensì le macerie che lascerà questo presidente», il quale aveva promesso di portare “fuori dalla mediocrità” la piazza di Brescia e invece ne ha annichilito e depresso il tifo cittadino, «allontanando nuove generazioni di bresciani».
«Non c’è mai stato un vero progetto, che invece altri hanno messo in campo. Questo sia di insegnamento anche per noi tifosi verso chi prenderà il posto di Cellino: dovremo confrontarci con la giusta serietà e senza facili entusiasmi con chi verrà dopo».