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Alain Delon, ardere senza consumarsi

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La vita sportiva, passionale e folle di un uomo irripetibile.

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Rivista Contrasti
e
Jacopo Gozzi
nov 08, 2024
∙ A pagamento
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Alain Delon, ardere senza consumarsi
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Certe vite sono scritte dal destino. Chissà se un rabdomante del talento come Luchino Visconti pensò lo stesso osservando quel giovane francese scattare al centro del ring della palestra milanese di via Bellezza 16/a. Una scelta non facile, quella per il protagonista di Rocco e i suoi fratelli. Recita solo da tre anni, ma meritava una chance quella faccia angelica e crudele abbinata a occhi saettanti, uno sguardo sia da preda che predatore.

Alain Delon mentre impersonifica Rocco Parondi ha 24 anni e già due o tre vite alle spalle. È perfettamente consapevole dell’occasione che sta vivendo. Sa che un’opportunità può arrivare per tutti, ma che restare al vertice è per pochi. Interpellato sul momento che sta vivendo, Alain stronca le voci sulla sua vita sregolata fuori dal ring: «Ho questa nuova coscienza professionale. Mi sono detto che per sembrare un vero pugile dovevo allenarmi. Ecco perché sono qui in palestra ogni mattina, due ore, tre ore. Non bevo più, non fumo, niente di niente. Non mi considero un attore. Penso che mi ci vogliano più di 10 anni per diventarlo. Essere un attore significa lunghi anni di lavoro».

Visconti gongola: gemme del genere non capitano tutti i giorni. Interpretare un sottoproletario italiano emigrante non è cosa facile per un attore così giovane, inesperto e per di più francese. «Ma c’era la boxe che lo appassionava molto nel personaggio di Rocco. Non vedeva l’ora di girare le scene dei match».

E non c’è da stupirsi. La straordinaria epopea dei cinque fratelli Parondi, sbarcati nel grigiore di Milano dalla campagna lucana, è una storia in cui Alain può in parte immedesimarsi. Anche in lui c’è quella voglia di riscatto che anima la tensione vitale (ma anche, se non di più, mortale) del film. A un certo punto il fratello Simone, buon pugile ma poco avvezzo alla vita da atleta, deve preparare un match importante e chiede a suo fratello Rocco di fargli da sparring.

Misterioso, leggero, infinito anche sul ring

Il manager della palestra si rintana nel suo ufficio sproloquiando in romanesco nel suo ufficio contro la pigrizia dei meridionali. Ma lo richiamano subito, perché sul ring sta succedendo qualcosa di epico.

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Jacopo Gozzi
Scrivo. Di sport e cultura, su Rivista Contrasti. Di personaggi storici e del loro contesto su Filii Historiae, un progetto senza speranze e quindi necessario.
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